Il sorprendente obiettivo del GENIUS Act: molto più di una semplice regolamentazione delle crypto

Quando il presidente Donald Trump ha firmato il GENIUS Act lo scorso luglio, molti l’hanno presentato come un passaggio importante nel panorama legislativo statunitense: il primo vero tentativo di creare una normativa completa sulle crypto, pensata per favorire la crescita e l’adozione degli asset digitali.

Tuttavia, un’analisi recente mette in dubbio quale sia davvero lo scopo della legge, suggerendo che potrebbe avere più a che fare con la gestione del debito pubblico che con la regolamentazione delle crypto.

Le crypto come nuovo meccanismo per sostenere il debito pubblico?

L’esperto di mercato e autore nel settore crypto Shanaka Anslem ha condiviso su X (l’ex Twitter) alcune considerazioni interessanti: secondo lui, mentre molti pensavano che il GENIUS Act avesse come obiettivo principale la regolamentazione del mondo delle crypto, i dati emersi raccontano tutt’altra storia.

Come ha scritto: “TUTTI PENSAVANO CHE IL GENIUS ACT RIGUARDASSE LA REGOLAZIONE DELLE CRYPTO. I DATI HANNO APPENA DIMOSTRATO CHE SI TRATTA DI QUALCOS’ALTRO, COMPLETAMENTE.”

Nei primi due giorni si era parlato molto del disegno di legge, poi l’attenzione è scemata, schiacciata da discussioni su regolamentazioni tech e regole per le stablecoin. Ma le nuove statistiche mostrano uno scenario decisamente diverso.

Nelle 47 pagine della legge era nascosta una clausola cruciale: ogni $ di una stablecoin deve essere coperto al 100% da titoli del Tesoro USA, escludendo qualsiasi altra opzione come contanti in banca o obbligazioni societarie.

Quando il GENIUS Act è entrato in vigore, la capitalizzazione totale delle stablecoin era intorno ai 200 miliardi di $. Oggi siamo a circa 309 miliardi di $, una cifra che può essere legalmente destinata all’acquisto di debito del governo USA… in soli quattro mesi.

Secondo le proiezioni ufficiali del segretario del Tesoro Bessent, se il trend continua si potrebbe arrivare a 3.000 miliardi di $ in acquisti entro il 2030.

Anslem ha sottolineato che le implicazioni della norma sono enormi: il governo non deve più cercare compratori per il proprio debito, perché la legge crea automaticamente un acquirente ogni volta che qualcuno compra un “dollaro digitale”. In pratica, per ogni stablecoin emessa, deve essere acquistato un corrispondente Treasury bill.

Cambio di controllo regolamentare?

Una ricerca della Bank for International Settlements mostra che ogni crescita di 3,5 miliardi di $ nel mercato delle stablecoin porta a una riduzione dello 0,025% dei costi di indebitamento del governo USA.

Secondo Anslem, quando il mercato raggiungerà i 3.000 miliardi di $ stimati, i contribuenti potrebbero risparmiare circa 114 miliardi di $ all’anno, che si tradurrebbero in quasi 900 $ di minori costi sul debito per ogni famiglia statunitense.

Il segretario del Tesoro Bessent ha confermato questi dati la settimana scorsa, spiegando che un’emissione maggiore di stablecoin permette al Tesoro di evitare l’ampliamento delle aste di bond. In pratica, il governo ha trovato un modo alternativo per finanziare la spesa pubblica, senza dipendere dai compratori tradizionali.

Anche istituzioni un tempo scettiche sul mondo crypto si sono accorte del cambiamento. JPMorgan, per esempio, dopo anni passati a definire le crypto una truffa, ha annunciato il mese scorso che accetterà Bitcoin come garanzia.

Il punto centrale di questa trasformazione riguarda lo spostamento del controllo regolamentare: dal Federal Reserve (Fed) all’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), che ora risponde direttamente al segretario del Tesoro. Anslem ha chiuso la sua analisi con una considerazione piuttosto netta:

“Ora è il Tesoro a controllare chi può creare i dollari digitali. E la legge impone che quei dollari digitali vadano a finanziare il debito pubblico. Non è politica monetaria. È ingegneria legislativa della domanda di debito. E funziona dalla scorsa estate.”

The daily chart shows the total crypto market cap valuation at $3 trillion. Source: TOTAL on TradingView.com
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